The PoolAster(s)

In principio era Dio. Poi Maradona, Margaret Thatcher, Magic Jordan, la pizza e tutto il resto. Passarono gli anni, mutarono le stagioni. Un uomo, un giorno, seduto dall'alto della sua pazzia, sorseggiando un tè di menta poleggio ci indicò Seattle e un gruppo di capelloni con la camiciona di flanella a quadrettoni che gracchiavano rabbia contro lo schifo materiale kafkiano dell'America reaganiana. Noi, zitti, ascoltavamo. E intanto imparavamo, ma scoprivamo, ci riconoscevamo.
Rapidi, quegli anni si susseguirono in un vortice di pirlaggine e qualcos'altro che nessuno si ricorda e che, comunque, non ha importanza, data la quantità di pirlaggine.
Nessuno sa cosa sia successo dopo; quel che è stato inevitabile è che la virtù perdesse presto il suo naturale abbrivio, e la salumeria del disturbo producesse il suo insaccato più celebre: i PoolAster(s). Adesso tocca a voi: non potete dire che non eravate stati avvisati.